Subcomandante ribelle Marcos
17 Novembre, anniversario dell’EZLN
Istruzioni per cambiare il mondo
I
Si costruisca un cielo piuttosto concavo. Lo si dipinga di verde o di caffè, colori belli e terrestri. Lo si spruzzi di nubi a discrezione. Appendi con attenzione una luna piena a occidente, diciamo a tre quarti sull’orizzonte. Verso oriente si levi, lentamente, un sole brillante e potente. Riunisci uomini e donne, parla loro lentamente e con affetto, cominceranno a camminare da soli. Contempla il mare con amore. Riposa il settimo giorno.
II
Riunisci i silenzi necessari. Forgiali con sole e mare e pioggia e polvere e notte. Con pazienza affila uno dei suoi estremi. Scegli un vestito marrone e un fazzoletto rosso. Aspetta l’alba e marcia verso la grande città. A vederti, i tiranni fuggiranno terrorizzati, urtandosi gli uni con gli altri. Ma… non fermarti!… la lotta è appena cominciata.
Le definizioni
IL MARE – È ampio e umido, salato. Si guarda sempre di fronte e per intero. Alla fine uno esce pulito e invincibile. Amare continua ad essere difficile… camminare anche. Nel mare ci sono molte cose, ma soprattutto c’è acqua, acqua, sempre acqua. Ricorda: non c’è sete che se la beva…
IL POETA – I suoi primi poemi sono sempre maledizioni (quelli che seguono pure). Si innamora di continuo e cade con la stessa frequenza. Si solleva lentamente sopra carta e pittura. Per ridere meglio piange. E’ in pericolo di estinzione.
IL VENTO – Il vero capitano del mondo. Dirigendo polvere e sentieri si diverte con noi e, si dice, non se la passa tanto male.
Istruzioni per dimenticare e ricordare
Tira fuori lentamente quest’amore che ti duole nel respirare. Scuotilo un po’ affinché si svegli. Lavalo con attenzione, che non rimanga la minima impurità. Pulito e odoroso, piegalo tante volte quante sia necessario perché abbia la misura dell’unghia dell’alluce del piede destro. Aspetta che passi una formica, essere nobile e generoso, e passa a lei il pesante carico. Lo porterà al sicuro in qualche profonda caverna. Fatto questo, vai a riempire, per l’ennesima volta, la pipa di tabacco di fronte al mare d’oriente. L’oblio giungerà parallelamente alla fine del tabacco e all’avvicinarsi del mare a te.
Se vuoi recuperare questo amore che adesso dimentichi, basta scrivere una lunga lettera parlando di viaggi sconosciuti, idre, mulini a vento, uffici e altri mostri ugualmente terribili. Al ritorno della posta ritroverai il tuo amore tale e quale lo inviasti, forse con un po’ di polvere e sogno sulla copertina…
Istruzioni per andare avanti
Di fronte a un qualsiasi specchio, renditi conto che non si è il meglio di se stessi. Però si può sempre salvare qualcosa: un’unghia per esempio…
Istruzioni per scrivere una canzone
Inizialmente non è obbligatorio sapere le note, le rime e i ritmi; basta cominciare a canticchiare qualche vecchia aria. Ripetila finché non abbia niente a che vedere con l’originale. Le parole sono il meno, poiché ci sono poemi d’avanzo. Però, per i dubbi, fa attenzione che nessuno lo ascolti… ci sono anche critici d’avanzo.
Istruzioni per non piangere
Che finchè rimanga un uomo morto,
nessuno rimanga vivo.
Mettiamoci tutti a morire,
anche se piano piano,
fino a che si ripari
a questa ingiustizia.
Roberto Fernàndez Retamar
Sulla sua morte ci andammo sollevando. Dapprima furono cinque nomi a cadere, uno ad uno e insieme, in nostra memoria. Poi vennero ad aggiungere il loro sangue altri nomi. Già ci stavamo schiantando sulla base del monte e il sangue aggiunto-giusto di altri ci riportò in alto. In tempi distinti unirono con zelo tutto questo sangue con il proprio affinché non si perdesse nel fiume. Continuammo a camminare senza guardare molto lontano e alcuni aprirono il cofanetto di lacca per riaprire la nostra memoria, e ci obbligarono a sollevare la vista con il loro sangue. Sempre ci sollevammo sulla loro morte. E così ognuno va mettendo la propria quota di sangue affinché altri si sollevino, fino a che tutti in piedi metteremo un nuovo sole sopra una terra nuova.
Istruzioni per la mia morte
Quelli che ora dicono “Com’è malvagio”, diranno allora “Com’era buono”. E io me ne andrò sorridendo, burlandomi sempre di loro, cioè di me.
Istruzioni per innamorarsi
Scegli una donna qualsiasi. Concentra l’attenzione su qualche parte del suo corpo e comincia ad amarla. Aumenta poco a poco il tuo amore fino a completarla. Fatto questo, disinnamorati rapidamente perché l’amore provoca assuefazione.
Istruzioni per provare compassione
Poveri noi, tanto piccoli e con tutta la rivoluzione da fare.
Istruzioni per avere successo
Decidi di scrivere un libro. Metti insieme diversi ricordi (minimo 16). Scrivi un lungo prologo e, nelle poche pagine rimaste, ammucchia i ricordi. L’indice non è necessario. Poi attraversa a nuoto l’Atlantico e conquista l’Europa. Il libro si venderà come il pane caldo.
Istruzioni per accomiatarsi
Non guardare indietro. Di solito basta questo…
Istruzioni per misurare il silenzio
Bastano i sospiri. Ma non li contare, il risultato è solitamente scoraggiante.
Istruzioni per le lacrime
Forma una conca con le mani, deposita le lacrime una ad una. Riempito la conca, vuotala in un luogo estraneo e forma tanti mari quanti sia necessario. Battezzali con nomi belli e apocalittici. Evita le ovvietà come “Mare Amaro” e “Mare delle Pene e dei Piaceri”. “Mare Albero”, “Mare Sole”, “Mare Cappello” e nomi simili sono i più indicati.
Istruzioni per misurare gli amori
Accendi la pipa e continua a camminare. Raccogli, con attenzione, alcuni dei baci più dimenticati, alcune ciocche di capelli, due o tre sguardi, un ricordo o un altro di pelli bianche e scure, un poema rotto e una suola di scarpa (quest’ultima per dare consistenza al beveraggio). Mescola il tutto e insaporisci a discrezione. Dividi il risultato per due, tante volte quante sia necessario affinché non rimanga niente.
Istruzioni per cadere e sollevarsi
Continua a camminare, quando te ne renderai conto sarai già con le chiappe a terra, in quella posizione scomoda che tengono i pupazzi. Subito dopo comincia una lunga e ostinata riflessione sulla convenienza di restare lì per terra. Ma già si allontanano i compagni e la puntura è lungi dall’apparire un chiaro sentiero, chiaro. Non è neanche in questione l’idea di restare lì tutta la vita, con il fango che riempie l’anima e lo zaino, cosìcché arriva il momento di sollevarsi, situazione difficile e imprevedibile nei suoi risulatati. Forse è meglio continuare a stare a terra e trascinarsi poco a poco ma, oltre ad essere poco estetico, ciò è impraticabile (credetemi, l’ho provato): ci sarà sempre una radice nascosta o una spina a trattenerti, e allora una nuova riflessione sulla comodità di stare seduto nel fango, nonostante le zanzare, le mosche e i mosconi. Già deciso a sollevarsi, il che è sempre la cosa più difficile, viene la complicata operazione che consiste nell’appoggiarsi con le mani e le ginocchia dove capita e cercare di collocare il pesante cappuccio sulla schiena (tanto semplice, e pesante, è portarsi la casa a spalle: giusto un telo di plastica e un’amaca). Ma lo zaino si ostina a portare altre cose assurde: alcuni libri di poesia, qualche vestito, un calzino spaiato, la medicina per il mondo, cibo, un’umida coperta… Il carico nel suo insieme pesa tonnellate (soprattutto dopo le prime ore di camminata) e tende ad infangarsi ogni volta che gli viene voglia, cioè quasi sempre. Ormai tartaruga faccia a terra, segue l’atto di mettere un piede e alzarsi sull’altro, con la conseguente protesta delle ginocchia; l’orizzonte allora si allarga e sarà sempre estraneo. Con lo sguardo a terra si intraprende nuovamente la marcia fino alla prossima caduta, che si verificherà appena pochi passi più avanti. E la storia si ripete…
Istruzioni per misurare i disamori
Basta il rancore e, infine, non ne vale la pena.
Istruzioni per misurare la vita
Si prenda dello spago a discrezione e si cominci ad infilarlo nella tasca destra dei pantaloni fino a che si verifichi una delle due cose:
A) – Che la tasca si riempia di spago.
B) – Che ci si stanchi di infilare spago nella tasca.
Quando si è verificata una delle due cose suindicate, o entrambe, aspetta una sera piovosa. Proprio quando la pioggia comincerà ad essere incerta se cadere o no sulla terra, tira fuori lo spago e lancialo in alto, più in alto possibile, con un elegante gesto da mago e, simultaneamente, mormora le seguenti parole: “Vedo, misuro, esisto, la vita”. Se si sono seguite le istruzioni alla lettera, lo spago rimarrà in aria, sospeso per alcuni istanti, prima di tornare a terra in un mazzo di fili. Così hai la misura di un pezzo di vita. Se, pur avendo seguito le istruzioni, la corda non risponde come sopra indicato, non preoccuparti e prova con un’altro spago. Succede che ci sono spaghi che si negano, con sconcertante ostinazione, a misurare la vita (hanno già abbastanza problemi – dicono – a legare stivali, scarpe e altre cose assurde).
Selva Lacandona, Chiapas, Messico
1984-1989
Dalle montagne del sudest messicano
Subcomandante ribelle Marcos